Solo cose belle
Il sole
Le piccole lumachine o chiocciole che al mattino presto, dopo la pioggia della notte, si mettono in cammino per attraversare la strada
Il silenzio
L’ombra nella calura
Un albero dalle fronde spesse per ripararsi dalla pioggia
La brezza gentile sul sudore della fronte dopo una dura salita
Il sorriso degli altri pellegrini
Le poche ma essenziali cose che porto nello zaino
I poncho ed impermeabili dei pellegrini appesi ad asciugare dopo una giornata di pioggia battente
La gentilezza degli sconosciuti, dei passanti, che ti augurano Buen Camino o che ti rassicurano sulla quantità di chilometri ancora da percorrere
Il vento che muove il grano creando delle sfumature di verde o giallo brillante
I raggi di sole che penetrano tra le nuvole
Il rumore delle onde del mare quando ti avvicini ad una spiaggia o la frescura di un ruscello che scorre leggero vicino ad un sentiero erboso e soffice
Il profumo del caffè mentre si prepara lo zaino
Avere una conversazione in lingua straniera
La costa, frastagliata, a strapiombo o in leggera pendenza sull’Oceano
Un gattino che miagola quando gli passi accanto o un cane che abbaia per proteggere la sua casa
Una birra in compagnia e la pancia piena dopo trenta chilometri a piedi
La libertà di camminare scalzi
La solitudine
La compagnia degli altri pellegrini
La strada
La vita
Il Perché
Giorni fa, durante una cena presso un Albergue del Peregrino, la proprietaria dell’ostello ha chiesto a me ed a altri tre pellegrini di scrivere su un foglietto di carta tutte le cose belle della nostra giornata e, poi, di piegare il bigliettino e infilarlo in un vaso di vetro.
Katrine, la proprietaria dell’ostello in questione, ci ha spiegato che è un ‘gioco’ che fa fare a tutti i pellegrini che passano dalla sua casa perché, alla fine dell’anno, prenderà tutti questi pensieri positivi e li pianterà insieme ad un ulivo, un albero che crescerà ricco di bene e positività.
Katrine sostiene che, da quando si dedica a questo ‘gioco’, le cose spiacevoli della vita la affettano di meno e si sente più felice.
Io non so se il metodo di Katrine ‘funziona’ o meno, non so se possa rendere le persone più felici, quello che so è che il giorno che mi è stato chiesto di scrivere il mio bigliettino ho dovuto chiederne un secondo perché la mia lista di cose buone era decisamente lunga.
Vivere (e camminare)
È buffo pensare che quasi 600 chilometri a piedi sotto il sole o la pioggia, per strade asfaltate o sentieri fangosi, attraverso graziosi villaggi o caotiche città, possano donare tanta felicità, ma c’è una bellezza sottile nel ‘viaggiare’ a piedi e con poche cose sulle spalle. Si ha la sensazione di poter godere più a lungo degli altri viaggiatori di un tramonto, un’alba, un alito di vento, un canto di un uccello o un raggio di sole. Perché tutta la stanchezza e la fatica di un giorno vengono lavate via con una doccia, un buon pasto ed un sorriso. Perché il Cammino altro non è che un giorno in più in cui ci si mette in viaggio verso l’ignoto con fiducia. Perché la felicità sta nelle cose semplici e il Cammino ne è l’essenza.